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sabato 16 dicembre 2017

Basbusa al cocco

Riprendiamo le trasmissioni con un dolce semplice ma delizioso: la basbusa al cocco.
Succede che dopo molte vane promesse andai a bere un caffè turco al Naama Cafè di Bologna dove c'è una cornucopia di dolcetti tradizionali arabi da provare, tra cui vari tipi di basbusa. Una volta tornato a casa mi son messo alla ricerca di ricette, finendo sulla variante al cocco in questione.

basbusa al cocco
Il basbusa è un dolce morbido, a base di semolino e yogurt, dal cuore piacevolmente umido. Come potete immaginare si possono creare un sacco di variazioni a partire da una ricetta di base e conto di esplorarne alcune :-)

La mia ricetta è fondamentalmente basata su questa, trovata sul "tubo" con qualche piccolo aggiustamento a intuito, dovuto più che altro al fatto di dover ricalcolare le quantità a occhio basandomi su ciò che avevo.



Procedimento:

per prima cosa conviene preparare lo sciroppo così avrà tempo di raffreddarsi mentre preparate il resto.
Versate lo zucchero e l'acqua e portate a bollore, continuando per 8 minuti. Ho aggiunto alla fine un cucchiaio di miele. Riponete lo sciroppo a raffreddare. Le quantità sono date nella lista degli ingredienti agli ultimi tre posti.

Mescolate bene gli ingredienti secchi in una insalatiera o nella impastatrice poi aggiungete l'uovo, lo yogurt e il burro fuso.
Ho usato lo yogurt greco ma forse lo yogurt bianco non zuccherato normale sarebbe perfino meglio essendo meno denso perché alla fine ho dovuto aggiungere un goccio di latte per diluire.

Imburrate una pirofila di vetro di dimensione 27x18cm (o più piccola se volete un dolce più alto) oppure un contenitore di alluminio di misura simile.

Versate il composto e infornate a 180C per 20-25 minuti o finché la superficie assume un colore dorato intenso.

Estraete dal forno e un po' alla volta bagnate con lo sciroppo, lasciando assorbire.

Infine cospargete la superficie con un po' di cocco grattugiato.



Tagliate diagonalmente per ottenere dei rombi e servite a temperatura ambiente.


Buona degustazione!

lunedì 28 agosto 2017

Rinfrescante bevanda al tè verde, zenzero e lime

Stanchi della calura estiva?
Combattete la sete con una rinfrescante bevanda a base di tè verde, zenzero e lime.

Complici alcune bustine di tè verde coreano proveniente dall'isola di Jeju, gentilmente regalate da un amico di antica data e una bibita casualmente provata durante una gita a Vicenza, ho pensato di riprodurre l'esperienza in casa e senza troppi sforzi è uscita questa dissetante bevanda.

Se al posto del tè verde di Jeju ne avete uno diverso, chiuderò un occhio, per questa volta.

Ingredienti:
1 bustina di tè verde ogni 50cc di acqua
1 cucchiaino di zucchero ogni 50cc di acqua
1 fettina di zenzero ogni 50cc di acqua
il succo di mezzo lime ogni 50cc di acqua.

Procedimento:
portate l'acqua a 80C, spegnete e lasciate le bustine di tè verde in infusione per 20 minuti.
Aggiungete subito anche le fettine di zenzero e lo zucchero.
Quando sarà intiepidito, aggiungere il succo di lime.

Servitelo freddo.


martedì 24 gennaio 2017

Gulasch, Goulash, Gulyásleves, forse.

Ho tergiversato per almeno tre anni prima di pubblicare la ricetta del gulasch perché dopo estenuanti ricerche sono giunto alla conclusione che LA ricetta del gulasch non esiste :-) o per meglio dire, ne esistono tante quanti sono gli ungheresi.

gulasch, goulash, gulyás
Intanto mi sembra giusto chiarire che il gulasch, in ungherese gulyás è una zuppa, tant'è che il nome corretto sarebbe gulyásleves, cioè zuppa gulasch, quindi, anche se può somigliare, non ha la funzione del nostro spezzatino con le patate che normalmente funge da secondo piatto o da piatto unico.

Il gulasch per me è il tipico cibo di conforto, cioè la zuppa che ti rinfranca dopo una giornata trascorsa al freddo, ma vedendo i filmati in rete, è chiaro che per gli ungheresi si tratta invece di un piatto che adorano cuocere all'aria aperta anche d'estate, in una bella pentolona appesa sopra a un fuoco improvvisato.

Dopo aver visionato una dozzina di ricette diverse, (tutte in ungherese e questo spiega perché ci ho messo tre anni...), ho tirato fuori un compromesso che poi è risultato assai soddisfacente. In ogni caso il minimo comune multiplo è costituito da carne di manzo o vitello (sembra prediligano tagli non troppo nobili, tipo la spalla, insomma quelli non troppo magri ma neppure molto grassi), pomodoro, paprika, cumino dei campi, pepe nero, aglio, cipolla, sedano. Attenzione che il cumino dei campi, carum carvi non è il cumino comune, a volte lo trovate in alcuni negozi col nome inglese (caraway seed).
Il resto degli ingredienti compare e scompare a seconda evidentemente dei gusti personali o della tradizione di famiglia. La pastinaca non so quanto sia facile da trovare. Se la trovate, usatela.



Procedimento:
Tritate la cipolla finemente e fatela soffriggere in una pentola con lo strutto. In alcune ricette lo strutto viene sostituito da lardo affumicato tagliato a cubetti, in questo caso si fa prima rosolare il lardo affinché rilasci il grasso e poi grazie a quello si rosola la cipolla.
Nel frattempo pelate e tagliate le patate a tocchetti e mettetele a bagno in acqua fredda.
Quando la cipolla sarà appassita versate la carne tagliata a cubetti e fatela rosolare per una decina di minuti. Aggiungete la paprika, il pepe nero macinato, il cumino macinato e il sale. Mescolate e poco dopo aggiungete l'acqua fino a 2/3 della pentola. Aggiungete quindi il sedano rapa e i pomodori tagliati a cubetti, le foglie d'alloro (e la pastinaca tagliata a cubetti se l'avete trovata), poi l'aglio tritato finemente e i peperoni friggitelli tagliati a listarelle sottili. Se non trovate i peperoni friggitelli, consiglio i peperoni corno, quelli con la buccia sottile.

il gulasch pronto per essere servito


Infine aggiungete le carote tagliate a dischi e le patate tagliate a tocchetti e completate la cottura (circa un'ora).
A seconda di quanto desiderate denso il gulasch, aggiungete liquido in maggiore o minore quantità, poco alla volta.
Aggiustate di sale se necessario.
Servitelo caldo in ciotole.

giovedì 12 gennaio 2017

La torta al cocco della poetessa

Incuriosito da un articolo segnalato dalla mia amica Gisella, non ho potuto resistere al fascino del tempo e della carta ingiallita, così ho sfornato nel giro di qualche ora la torta al cocco della poetessa americana Emily Dickinson, che se nell'aspetto al massimo appare come una normale torta, nel sapore è veramente deliziosa.

Torta al cocco di Emily Dickinson - Pastel de coco de Emily Dickinson
La ricetta originale che potete vedere nella fotografia del foglio ingiallito nella pagina web citata dà le dosi, come succede quasi sempre nella cucina americana, in tazze e cucchiaini. Per comodità nostra le ho convertite in grammi e millilitri. L'unica aggiunta mia è un pizzico di sale che esalta i sapori, dato che il sapore del cocco fresco di solito è più delicato di quello essiccato.
Per aprire la noce di cocco consiglio il trucco di mettere la noce in surgelo per 15 minuti perché ciò favorisce il distacco dalla parte legnosa esterna. In ogni caso serve sempre il martello per aprirla...
La prossima volta proverò per curiosità a sostituire il latte nella ricetta con quello estratto dalla noce di cocco.


Procedimento:
sbattete le uova con lo zucchero e un pizzico di sale, poi aggiungete uno ad uno tutti gli altri ingredienti, tenendo per ultimo il cocco fresco grattugiato. Imburrate e infarinate uno stampo a cerniera da 20cm.
Ho rifinito la torta prima di metterla in forno cospargendola con un po' di cocco grattugiato anche in superficie e un cucchiaio extra di zucchero di canna tipo golden caster, ma questa è stata una mia aggiunta personale.
Infornate per circa 45 minuti a 180C ma verificate comunque la cottura con il classico stecchino infilato al centro che deve uscire asciutto.
Estraetela dallo stampo e lasciatela raffreddare.




l'interno rimane morbido e spugnoso

la crosta leggermente meringata
Come tutte le torte di questo tipo, per me è meglio attendere qualche ora prima di mangiarla.

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