Se pensate che me la passi a mangiare tutto il tempo, beh, vi sbagliate. Quasi. Rimanere per svariate settimane a Città del Messico mi ha permesso di visitare nuovi luoghi e rivisitare alcuni di quelli in cui ero già stato.
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alistando el Zócalo para las fiestas patrias |
Sbucati con la efficientissima metropolitana nel Zócalo, ci siamo accorti che i preparativi per la festa dell'Indipendenza e,
last but not least, del mio compleanno erano ormai a buon punto... :-D
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Iglesia de Jesús Nazareno donde está enterrado Hernán Cortés (nicho con placa roja) |
Dopo vari tentativi infruttuosi nel corso degli anni, sono riuscito a entrare nella chiesa di Jesus Nazareno, dove fu sepolto il conquistatore Hernán Cortés, dopo molte vicissitudini. Cortés che conquistò il Messico (e non solo) dopo averlo messo a ferro e a fuoco, morì in Spagna circa 25 anni dopo l'impresa, per sua volontà volle essere sepolto in Messico (o almeno così pare secondo il penultimo testamento).
Non si può dire che sia una figura amata dai messicani nonostante che di fatto sia il fondatore del Messico "moderno", nel bene e nel male.
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changarrito de panes de Valle de Bravo |
Tra le nuove scoperte diventate quasi un appuntamento fisso domenicale, il
changarrito del pane di
Valle de Bravo, dove si acquistano le
campechanas tra le più buone mai assaggiate, friabili e fragranti come poche altre, deliziosi
polvorones e
bisquets. La tenerissima
marchantita si piazza proprio
davanti alla chiesa nella glorieta Valverde tutte le domeniche.
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soletas de la pasteleria Suiza |
Che dire poi delle commoventi
soletas (alias
savoiardi morbidi ovvero
pistoccheddus o
pistokkeddos della tradizione sarda) della
pasteleria Suiza del Parque España?
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gorditas de nata |
Siccome le file di automobili in certi orari sono
omeriche, i messicani sono attrezzatissimi per assistere gli sventurati automobilisti "parcheggiati" lungo l'
anillo periferico che ormai non ha più nulla di periferico essendo stato inghiottito dalla città già da svariati decenni. Lungo il periferico gli ambulanti vendono praticamente qualunque cosa, commestibile e non. Tra le specialità famose del periferico, le
gorditas de nata a (4 x 10 pesos, quella mancante l'abbiamo
sacrificata mentre avanzavamo moolto lentamente verso casa...).
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buffet libanés en el restaurante Miguel, muy rico! |
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riquisimo café turco en el restaurante Miguel |
Parrà strano, ma a Città del Messico si può perfino mangiare qualcosa di diverso dalla cucina messicana :-D
Tra i miei preferiti, il
ristorante libanese Miguel, di lunga tradizione e frequentazione della comunità libanese locale, dove potete gustare un delizioso buffet di specialità mediorientali o ordinare alla carta a prezzi ragionevoli. Purtroppo Salma Hayek non era presente, ma mi hanno assicurato che verrà senz'altro la prossima volta...
Ci fu un tempo in cui Città del Messico era attraversata da torrenti dove la gente poteva perfino permettersi di fare il bagno. Non mi riferisco alla gloriosa
Tenochtitlán degli aztechi, bensí alla splendida città coloniale di metà ottocento.
Tre isolati dietro a Palacio Nacional, in pieno centro storico, sopravvive l'edificio della
Alhondiga, con il vecchio ponte che attraversava il fiumiciattolo antistante.
Una bella reliquia del passato che alcuni volenterosi giovani architetti tanto geniali quanto matti vorrebbero far rivire almeno in parte con un
sorprendente progetto di ricreazione di alcuni fiumi interrati.
Se ci riuscissero, sarebbe veramente rivoluzionario per questa città tanto bella quanto pazzesca.
Che Città del Messico sia pazzesca e bellissima non lo dico solo io, ma anche il mio scrittore messicano preferito,
Paco Ignacio Taibo II. Ho avuto la fortuna di capitare qui quando l'istituto nazionale delle belle arti ha deciso di rendere un omaggio alla carriera di Taibo II e lui, oltre a rendere indimenticabile la conferenza con quelle che lui chiama
salvajadas (ossia le invettive contro questo o quel potere senza risparmio di aggettivi coloriti), al termine si è gentilmente prestato ad autografi e foto ricordo con i
fans...
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un aficionado lector con Paco Taibo II |
E questo è quanto.