Se non avete mai mangiato il risotto con le quaglie fino ad ora, sappiate che vi siete persi qualcosa di buono.
Oh, siete ancora in tempo a rimediare, sempre che non siate vegetariani, nel qual caso bisognerebbe prendere a prestito un po' di humour partenopeo e limitarsi al risotto con la quaglia fujuta (si dirà così? Attendo consulenze dalle frequentatrici vesuviane...).
Il risotto con le quaglie è un piatto che mia madre faceva di tanto in tanto ed era sempre una bella sorpresa perché in pratica si univa il piacere del risotto al gusto di sgranocchiare gli ossicini della quaglia abbrustolita in un croccante pigiamino di pancetta affumicata.
Dato che richiede un po' di tempo, si possono anche preparare le quaglie in anticipo, magari il giorno prima come ho fatto stavolta, dato che sarebbe difficile avere abbastanza tempo durante la settimana per cucinare con la dovuta calma a pranzo.
Ingredienti:
400g di riso
4 quaglie piccole
4 bacche di ginepro
4 foglie di salvia
4 fette di pancetta affumicata
4 cucchiai di latte
2 rametti di rosmarino
1 bicchiere e mezzo di vino bianco
mezza cipolla
50g di burro
30g di parmigiano reggiano grattugiato
pepe q.b.
sale q.b.
Procedimento:
prendete le quaglie pulite e fatele rosolare per bene con metà burro. Quando saranno ben rosolate, salate e pepate senza esagerare, aggiungete la pancetta tagliata a strisce, la salvia, le bacche di ginepro schiacciate e i rametti di rosmarino. Quando la pancetta avrà preso colore, versate un bel bicchiere di vino bianco secco e coprite, girando le quaglie di tanto in tanto. Ci vorrà circa un'oretta per cuocerle, quando il liquido sarà ristretto, versate il latte, attendete che coaguli e poi spegnete.
Per il risotto procedete inizialmente al solito modo, soffriggete la mezza cipolla tritata molto finemente per qualche minuto con l'altra metà del burro, poi quando è diventata trasparente versate il riso e mescolate di continuo, facendolo tostare per diversi minuti (ma senza bruciarlo eh!). Aggiungete mezzo bicchiere di vino bianco e poi acqua bollente con mezzo dado da brodo (o brodo vero) fino a coprire completamente il riso. Salate e proseguite con la cottura aggiungendo acqua un po' alla volta, poi dopo una decina di minuti, versate un po' del condimento prodotto dalla cottura delle quaglie, incluse le erbe, le bacche e alle "greppole" di pancetta e magari un'altra macinata di pepe.
Finite di cuocere il riso e unite un po' di formaggio parmigiano grattugiato, poi spegnete, lasciate riposare il risotto qualche minuto tappato nel caso fosse un po' troppo al dente.
Servite ciascun piatto con la quaglia di spettanza che ovviamente avrete tenuto al caldo nel frattempo.
Ah, la quaglia si mangia con le mani, onde evitare scene Fantozziane :-D
Turista a Pistoia
4 giorni fa
8 commenti:
Me ha encantado tu risotto aunque me ha traído algunos recuerdos un tanto traumáticos que alguna vez te contaré, apartando los pichoncillos me lo como a ojos cerrados!
Un beso!
Hola Tlaz,
Muy sabroso que se pinta ese arroz, me gustaron los ingredientes que lleva.
COmo anda de frio por alla?
Saludos!
Mely
Milena,
me dejas así, sin mayores detalles contarme de los recuerdos traumáticos?
Me pongo a la espera del cuento completo.
Sigmund Tlaz
:-)
Mely,
empezamos algo temprano con el frió, pero después de un arranque bastante rápido, ahorita no está tan mal, parece casi un otoño normal, con lluvias, niebla, así como acostumbraba cuando era niño yo.
Un abrazo
Tlaz
Querido Freud tlaz, todo comenzó cuando descubrí que no pertenecía a una acomodada familia, sino que por el contrario, mi padre debía ayudar a la economía familiar echando mano de su ancestral hobbie...la caza.... el resto es historia.
Ciao mi sento chiamata in causa, sono una frequentatrice del tuo blog di origini vesuviane, ma non solo origini, vissuta abbondantemente ai piedi del Vesuvio, che gli altri pensano con paura ma a cui noi siamo molto legati, se non altro per tutti i prodotti dop, igp che ci regala. Allora sei quasi vicino, fujute, si dice così esattamente, abbiamo gli spaghetti con le vongole fujute, che è la ricetta più conosciuta ma in genere da ogni piatto povero che aveva in origini un ingrediente costoso, questo se ne fujeva, si aveva così il finto ragù, dove la carne era un'ipotesi. Ma tornando al tuo risotto(ti rimando all'altro commento)è da provare,anche con la quaglia non c'è bisogno che scappi!!! un bacio e buona domenica
Milena,
es terrible cuando te das cuenta que a ti te toca trabajar y a otros no.
Eso me pasa cada rato con Berlusconi porque el tiene un concepto de trabajo muy singular, ya sabes.
Pero luego me platicas los detalles de la historia, eh!
Un abrazototote
Tlaz
Carmen,
ma infatti io sapendo che vieni a dare una sbirciatina aspettavo la tua consulenza linguistica :-)
Mi pare di capire che dalle pendici del Vesuvio hai traslocato alle pendici della Madunina.
I racconti degli "avi" sui fantasiosi condimenti della polenta son pieni di pesci, uccelli e animali fujuti, in tempi di magra bisognava inventarsi qualcosa per rendere meno triste la pietanza.
Un abbraccio
Tlaz
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