Ci sono voluti nove mesi prima di riuscire a mettere in pratica la ricetta dei buñuelos tabasqueños di Doña Lucas, rischiando perfino di veder nascere prima i pargoletti di due affezionate paisane. Però ne è valsa la pena!
In Messico è assai tipico mangiare le frittelle, i buñuelos appunto, bagnandoli con qualche liquido sciropposo e il luogo tipico è per strada, in occasione di qualche festività, seduti su uno sgabello gentilmente fornito dal venditore ambulante che su un trespolo costituito da una specie di bicicletta arrangiata in modo geniale, frigge le frittelle, cuoce lo sciroppo e trasporta tutto il necessario per mettere a proprio agio il cliente e magari anche il o la consorte.
Il motivo di una gestazione tanto lunga è presto detto: essendo lo sciroppo a base di foglie di fico il sapore più esotico e caratteristico di questo dolce ed avendo ricevuto la ricetta in pieno inverno, quando le foglie di fico si erano già trasformate in un pallido ricordo, mi sono imposto di resistere alla tentazione della variante con sciroppo alla cannella. Quando finalmente le foglie della pianta di fico che ho in giardino si sono sviluppate, è subentrata l'estate sub-sahariana a togliermi qualunque velleità di infilarmi in cucina a friggere...
Che ruminassi questa ricetta già da diverso tempo è evidente dal fatto che già quando feci i buñuelos de rodilla, ce l'avevo pronta nel cassetto.
A quanto mi dicono i buñuelos tabaqueños sono un tipico dolce natalizio dello stato di Tabasco.
L'unico modo per poterli fare a Natale in Italia sarebbe quello di surgelare lo sciroppo o le foglie di fico e non è detto che non lo faccia in onore di mio cognato che ha mi procurato questa ricetta speciale.
AGGIORNAMENTO del 24/8/2011: Grazie a Doña Quecha ho potuto vedere come si fanno in prima persona, per cui consiglio di usare la nuova ricetta, quella sotto rimane solo come documento "storico" perché conteneva delle quantità inesatte.
Ingredienti per una cinquantina di buñuelos:
1 litro d'acqua
250g farina tipo 0
125g di margarina o strutto
4 uova
olio per friggere q.b.
un pizzico di sale
per lo sciroppo:
3 tazze d'acqua
1 tazza di zucchero
5 foglie di fico
Procedimento:
per prima cosa conviene preparare lo sciroppo, perché mentre viene pronto, si fa tutto il resto.
Si versa l'acqua in un pentolino con lo zucchero e quando inizia a bollire vi si immergono le foglie di fico spezzettate. Si lascia cuocere questo infuso a fuoco basso e coperto per almeno un'oretta, diciamo che quando comincerete a sentire un buon profumo di fichi, si può ritenere pronto.
Mentre lo sciroppo si cuoce, in un altra pentola si versa un litro d'acqua e si porta a bollore, salandola leggermente. Quando bolle, si versa lo strutto o la margarina e si aspetta che si sciolga quindi a pioggia, si incorpora la farina, mescolando energicamente con una frusta per evitare la formazione di grumi, poi si spegne e si lascia intiepidire.
Quando l'impasto è quasi freddo, si uniscono le uova, magari sfruttando l'impastatrice e si mescola finché l'impasto non diventa liscio e fa le bolle.
A questo punto ci si prepara a friggere i buñuelos in abbondante olio, diciamo almeno tre dita o quattro di profondità per consentire alle frittelle di girarsi facilmente.
Dicono che il buñuelo perfetto si gira da solo dall'altra parte quando è ora.
Con un cucchiaio cercate di formare grosso modo una pallina d'impasto e immergetela nell'olio ben caldo. I buñuelos non devono essere molto grandi, devono avere all'incirca le dimensioni di una prugna. Tenete presente che tenderanno a gonfiarsi, quindi cuocetene quattro o cinque per volta.
Si fanno scolare e si dispongono su un piatto con carta assorbente.
I buñuelos tabaqueños si degustano immergendoli ripetutamente nello sciroppo, proprio perché l'impasto è privo di zucchero.
Se ne avanzano, il consiglio è di scaldarli in forno, non nel microonde, perché tenderebbero ad afflosciarsi altrimenti si può scaldare semplicemente lo sciroppo.
Turista a Pistoia
1 giorno fa
2 commenti:
Ayer justo con unos buñuelos de viento me consentí.
Me gusta muy especiada la miel, mucho clavo, canela y guayaba
Carmen,
uy sí, cuando veo el vendedor de buñuelos en Coyoacán o Tlalpan, no puedo resistir, el holorcito de la miel llega bien lejos!
Ciao,
Tlaz
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