Mentre in Messico la festa del giorno dei morti raggiunge il suo apice proprio oggi e le merende a base di pan de muertos e chocolate caliente sono la regola, a Mantova e a quanto pare pure nelle zone limitrofe è tradizione preparare, per questa ricorrenza e solo in questa, i caldidolci, detti zaleti nel veronese, cioè dei dolcetti a base di polenta e quindi di messicanissimo mais in ultima analisi.
Come potete immaginare, quando c'è da pontificare su finte analogie geo-culinarie, Tlaz non si tira certo indietro!
In realtà in questo caso sarebbe ben difficile andare al di là di una vaga affinità di certi ingredienti, perché un tamal non assomiglia per nulla alla polenta nostrana e i tamales dolci hanno comunque una consistenza completamente diversa.
E chiudiamo qui la parentesi.
Una volta era impossibile trovare i caldi dolci sia il giorno prima, sia il giorno dopo, da questo punto di vista il rigore della tradizione si è affievolito ed in qualche pasticceria si riescono a trovare perfino la settimana precedente.
Dato che però raramente mi capita di essere a Mantova in queste occasioni, ho deciso di rispolverare una ricetta di mia madre che in varie occasioni mi ha dato ottime soddisfazioni.
Purtroppo ho perso i riferimenti sull'origine di questa ricetta, ma credo provenisse da qualche fonte "certa".
Intendiamoci, quelli di pasticceria sono più bellini a vedersi, però a volte mi è capitato di mangiarne anche di piuttosto insipidi, per cui se uno impara a farli, dopo può regolarsi secondo i propri gusti, più canditi, meno uvetta, più sale, meno cannella e via discorrendo.
Ingredienti x 20-24 pezzi:
700ml latte
300ml acqua
120g zucchero
300g di farina di mais gialla tipo fioretto
120g di uvetta
100g di burro
50g di canditi (scorza d'arancia e/o cedro)
40g di pinoli
1 bustina di vaniglia
4 chiodi di garofano
scorza di limone q.b.
cannella macinata q.b.
sale q.b.
zucchero a velo q.b.
Procedimento:
si inizia mettendo a bagno l'uvetta preferibilmente in vermut tiepido, con i chiodi di garofano, ma va bene anche un vino bianco dolce, meglio ancora se passito. Mentre l'uvetta è in ammollo, si prepara la polentina, versando in una casseruola latte, acqua, zucchero, vaniglia, un pizzico di sale e una grattatina di scorza di limone. Dato che non avevo limoni non trattati, mi sono preso la libertà di sostituire la scorza di limone con un mezzo bicchierino di limoncello. Portare il tutto a bollore. A questo punto si versa un po' alla volta, a pioggia, la farina di mais, mescolando rapidamente con una frusta per evitare la formazione di grumi. La consistenza della farina di mais è importante, serve quella sottile per avere dei dolcetti più omogenei. Io non avevo della farina tipo fioretto in casa, per cui ho preso quella gialla normale e l'ho rimacinata un po' alla volta con un meraviglioso macinino moulinex che deve avere almeno 30 anni e che spero non si rompa mai. Menate la polenta per una ventina di minuti, eventualmente aggiungendo un po' di liquido in modo che non diventi eccessivamente soda. Quando la polenta inizia a rapprendersi, aggiungete anche il burro. Poco prima di toglierla dal fuoco aggiungete anche l'uvetta e i canditi.
Consiglio di versare la polenta su un ripiano freddo leggermente imburrato e di stenderla alta un dito circa. Lasciatela raffreddare leggermente, verificatene la consistenza, dovrete essere in grado di ricavare dei rombi, eventualmente anche usando degli stampini. Disponete i rombi su una leccarda o su due se non entrano in una sola, cospargete i pinoli, spolverizzate di cannella e infornate a 200 gradi per 10 minuti scarsi. Lasciate intiepidire e poi spolverizzate di zucchero a velo prima di servirli.
Vanno mangiati tiepidi, per cui quelli avanzati è meglio riscaldarli brevemente.
PS: nelle mie foto i caldidolci sono abbastanza irregolari perché non avendo dove stenderli li ho messi assieme a mano. Se invece versate la polenta su un ripiano vi risparmierete anche qualche scottatura...
Turista a Pistoia
4 giorni fa
4 commenti:
oooh ma allora ci sei!
Novello riina del web :)
Sibbbiiiiiì,
ci sono, a rate, ma ci sono...
Tu sai che io ti autorizzo sempre a espiantare le ricette, sto organizzando il fotoalbum su picasa.
Flavio, tienen que estár muy ricos estos bocados
No le entiendo bien a la traducción.
Por ejemplo pide 4 dientes (4 chiodi di garofano)
Para no ir al diccionario, dime que es.
CIAO!
Nora,
así de llaman los clavos de olor.
Ciao!
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